Facciamola breve: 16^ Riu Mannu Corre

Non sono da gare brevi. Ne faccio poche e le concentro soprattutto in estate, quando il caldo si prende tutta la giornata e anche pochi km possono pesare come macigni. Mi piacciono pero’ le sensazioni che regalano: il senso di agilita’, la rapidità dell’azione, l’estetica del gesto. Il ginocchio sale di più, il tempo di appoggio del piede diventa più breve e fa apparire il passo leggero, le braccia si muovono con più energia, le mani si tendono. Cose che la parsimonia della maratona si porta un po’via, per lasciare spazio all’economicità del movimento. Poi mi divertono i percorsi brillanti, quelli con diversi cambi di direzione e piccole salite, quelli che se cerchi il personal best te lo scordi ma se vuoi sapere come stanno davvero le gambe ti rispondono con cruda sincerità. Qui la corsa diventa una continua ricerca di equilibrio tra respiro, coordinazione, spinta e recupero. Giocosa, molto. E allenante, moltissimo. 
Sabato scorso ho corso qualcosa di simile a Gonnostramatza che, per i non sardi, e’ un paese in provincia di Oristano il cui nome deriva da “gonnos” che significa “paese”, e "tramatza" ossia "tamerice", su un percorso di 7,5 km.
L’atmosfera e’ calda, non solo per i ventisei gradi di sera ma per il pre-gara come al solito denso di amici e di chiacchiere a cui spero di non abituarmi mai perché ogni volta e’ un’emozione, quasi quanto realizzare di avere un amico supereroe che prima di correre integra con birra fredda e panino, con ottimi risultati, alla faccia del gel. Non imitatelo: (ripeto) e’ roba da supereroi.
Poco prima dello sparo approfitto del riscaldamento per studiare un po’ il percorso, ossia un circuito di 2,5 Km da ripetere tre volte, ricco di curve e con un’impegnativa salita iniziale di circa 30 metri e una lunga discesa non troppo ripida. 
Le partenze sono scaglionate per categorie, quindi al via c'e' poca folla, ma sono presenti alcuni dei più forti atleti sardi e decido di partire in modo deciso per tarare la salita e vedere chi si pone davanti a me. Già dopo 300 metri si capisce che i primi tre faranno gara a parte, ed io resto nel gruppo successivo con altri quattro atleti. Il primo chilometro vola a 3,35 Min/Km, ma solo grazie al tratto in discesa, perchè la salita, che comprende anche un tornante, è pesante e so già che dovrò conservare energie per i giri successivi. Nel secondo proseguo a 3,26 Min/Km poi al primo passaggio decido di rallentare leggermente per risparmiare le forze incomincio ad essere sorpassato mentre mi accorgo che il gruppo iniziale si è sfaldato. In discesa non spingo al massimo e subisco l'affiancamento di uno straordinario over 55 che riesce a trascinarmi per 500 metri. Quando la strada diventa quasi piana inizio di nuovo a spingere, mi porto intorno ai 3,40 Min/Km e mi preparo ad affrontare per l'ultima volta la salita. In corrispondenza del cambio di pendenza tento il primo sorpasso e all' inizio della discesa incrocio un amico di tante gare, Savio, che sembra stanco ma ha la forza di sorridere e salutarmi e il suo gesto mi da molta energia. In quel momento sento la catenina al collo ballare, così la tolgo, e nel tentativo di legarla alla mano mi cade l’occhio sulla scritta che c’e’ sulla medaglietta, “Run Chicco Run”, e mi viene da sorridere. E' curioso come a volte ci si senta molto meno stupidi a non credere nella casualità.
A discesa finita, il Garmin mi segnala un nuovo Record sul miglio più veloce. Capisco che guadagnare posizioni ormai è impossibile ma appena sento l'avvicinarsi dei passi decido di non girami e provo ad accelerare fino all’arrivo. Finisco la gara quinto, in 27'08", correndo gli ultimi 500 metri a 3,18 Min/Km. Non avevo ambizioni di tempo, ma il risultato va oltre cio' che potessi sperare e mi basta questo per mentalizzare già la prossima gara, che so sarà speciale. Run Chicco Run!, che la Carlofortecorre si avvicina :).



Commenti