La corsa Run-dagia



Ci tengo a precisare subito che questo gioco di parole non è farina del mio sacco ma mi ha colpito molto quando andai a Valencia, sulle maglie di alcuni runners c'era scritto:"corro run-dagio, non sono veloce, ma libero e fiero".
Io con questo termine indico la corsa a sensazione fatta senza tabelle, fini cronometrici e senza guardare il gps, col solo solo scopo di godersi la corsa e la sensazione di appagamento e pace che ne deriva.
Certamente questo tipo di corsa non ha nessuna utilità da un punto di vista puramente agonistico ma correndo in questo modo raggiungo una serie di scopi che difficilmente otterrei continuando ad andare sempre con l'acceleratore schiacciato:
1) mi diverto e mi gusto la corsa
2) mi ricordo come stavo prima di iniziare a dedicarmi alle piccole o grandi gare
3) mi aiuta a continuare ad amare la corsa e a viverla come un passatempo senza obblighi di sorta
4) consente al mio corpo di recuperare da sforzi importanti (non a caso il mio run-dagismo segue carichi di lavoro importanti come le preparazioni delle 42 K)
5) mi consente di non perdere completamente la condizione fisica 
6) ultimo, ma non per importanza, una "pausa di riflessione" tra me e la mia amata corsa fa ritornare il desiderio di gareggiare

Detto ciò capirete subito il mio periodo di latitanza; dopo Milano infatti mi son dedicato al run-dagismo; qualche volta è stato un run-dagismo ibrido visto che ho corso con Berni che sapeva bene a quanto andava; non ho comunque mai  spinto al 100% se non qualche scatto senza velleità di crono ma solo per il gusto di farlo. Questo periodo è durato circa una decina di giorni, ora ho messo nel mirino una 10 K e riprendo oggi stesso a fare qualche esercizio, sarà un inizio graduale ma non vedo l'ora di incontrare compagni che ormai non vedo  da più di quattro mesi.

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