2^ Sea trail di Porto Corallo (07 Maggio 2017)


Ci sono gare capaci di mozzarti il fiato ancora prima dello sparo, dove a toglierti il respiro non e' la fatica che avanza ma i paesaggi che ti sorprendono lungo il percorso, scenari che da soli valgono un pettorale. Io domenica scorsa me ne sono assicurato uno (il numero 2 per la precisione) per la 18k (che a dire il vero sono diventati qualcosa in più...) del Sea Trail di Portocorallo, nel comune di Villaputzu, sulla costa orientale della Sardegna.
Il nome dice tutto. Una corsa tra mare e montagna, che parte dalla spiaggia. Il gonfiabile che segna la partenza sulla sabbia mi fa sorridere già quando lo intravedo in lontananza: ha il sapore di ludico, di feste sulla spiaggia, di estate. C'e' aria di divertimento, insomma.
Ci ho messo un po' per arrivare perché il Giro di Italia ha modificato la viabilità di molte strade e non ho fatto in tempo ad vedere la partenza della 33Km, che precede di un un'ora la 18Km ed e' l'altra affascinante e impegnativa alternativa del trail di Portocorallo, con circa mille metri di dislivello che si snodano tra sentieri e strada sterrata. 
Il tempo di salutare tanti amici (e qui sono davvero molti a meritare questo appellativo) ritirare il pacco gara, mettermi le scarpe e sono alla partenza. Fa caldo, alcuni scelgono di partire con la camel-bag, ma io resto fedele alla mia bottiglietta d'acqua piena solo a metà. Mi guardo intorno e cerco di capire chi prendere come punto di riferimento.
Si parte.
Correre nella sabbia è molto strano e mi viene in mente quando lo facevo da piccolo ma dopo pochi metri abbandono la via maestra, allargo un po' e resto sul bagnasciuga dove la sabbia è più compatta e il piede affonda meno. Dopo circa 300 metri giriamo sulla strada e ci dirigiamo verso la montagna. Michele (l'atleta per me irraggiungibile, in predicato per il gradino più alto del podio ndr) è primo ed io lo seguo con un altro ragazzo. Il ritmo è tranquillo e i primi 2 Km scorrono con un passo di 3,50 Min/Km, poi la strada asfaltata finisce e s'intravede il vero inizio del trail con la prima salita sterrata.
Voglio subito capire se posso sfruttare la pendenza per attaccare il ragazzo che corre con me, quindi provo ad accelerare e succede l'impensato: non solo Michele mi supera senza il minimo sforzo, ma sembra resistere agilmente anche il mio compagno di corsa mentre io cerco di mantenermi vicino ai 4,00 Min/Km nei vari saliscendi.
A 4,5 Km dalla partenza c'e' il primo rifornimento, anche se a giudicare dall'atmosfera gli organizzatori della Sarrabus Runners devono averla concepita più come una festa e ringraziando il cielo non hanno anche pensato di sostituire l'acqua con qualcosa di più allegro.
Proprio qui parte una salita che definirei bastarda: bisogna affrontare dei tornanti e la vegetazione nasconde in parte il percorso quindi dopo ogni strappo la salita che sembra finita in realtà continua, anche con pendenza maggiore, per circa 1200 metri. A casa avevo visto il profilo altimetrico quindi  ho evitato di spingere fin dall'inizio ma è la fatica si e' fatta comunque sentire. Michele ormai non è nemmeno visibile, ma lo e' sempre meno anche chi mi segue.
Tempo di scollinare e mi si aprono davanti i due chilometri più divertenti da quando corro: una discesa strepitosa su sterrato, impervia ma tutta da correre. Peso in avanti e mi lascio andare. E' gioia fanciullesca, come quando da bambini ci si butta nelle discese con la spavalderia di chi sa che frenare e' impossibile e il divertimento sta nell'evitare gli ostacoli in tempo, prima che arrivi il piano a rallentarti. Nell'entusiasmo pero' faccio una corbelleria (che definirla cazzata, visto che il blog inizia a essere piuttosto seguito, pare brutto...): dopo 500 metri mi trovo in un ovile e un cane pastore ringhiante mi aiuta a realizzare che ho sbagliato strada. Rimango di stucco per qualche secondo poi inverto rotta e vedo che son stato superato da diversi runners, quindi sfrutto la discesa e il passo sul gps arriva a 2,55 Min/Km (chiuderò il chilometro con passo 3,21 Min/Km). Prima della fine della discesa riaggancio tutti, ma ho dissipato un notevole tesoretto. Quando arrivo al rifornimento del decimo chilometro vedo che il gps ne segna 10,8 quindi ho allungato il percorso di circa 800 metri, ho anche il tempo di dirlo ai ragazzi che mi sporgono l'acqua e mentre mi allontano sento le loro risate.
Ho dato molto per recuperare il tempo perciò decido di rallentare per rifiatare, consapevole del fatto che sta per iniziare la parte più impegnativa. La strada sale notevolmente e il mio passo raggiunge  i 4,58 Min/Km. Nei tre chilometri successivi la salita si fa più dolce ma al quattordicesimo c'è dinuovo uno strappo dove vado davvero piano. Sto affrontando la salita finale e inizio ad avere sete, ma so che sta arrivando l'ultimo rifornimento. Qui vedo di nuovo Michele, bevo e mi butto in discesa: mancano 3,5 Km, gli stessi ma in direzione opposta del percorso iniziale, e anche se mi ci vuole un po' prima di scendere sotto i 4,00 Min/Km chiudo l'ultimo chilometro a 3,24 Min/Km e finisco la gara in 1.19.12 facendo 18,94 Km.
Secondo. Come il numero sul mio pettorale, come la mia esperienza nel trail, come l'edizione del Porto Corallo Sea Trail a cui davvero auguro un lungo futuro (e nel caso potrei anche suggerire bucoliche variazioni di percorso :).
L'emozione più grande, non lo nascondo, arriva pero' con un premio davvero speciale: la maglietta del Sarrabus Runners e il titolo di socio onorario. 
Cose che scaldano il cuore.
Normalmente in Sardegna quando ci si saluta dandosi appuntamento all'anno seguente si dice "l'anno prossimo meglio". Io non me la sento di fare questo augurio perchè penso che un'organizzazione simile e una giornata così siano insuperabili, ma sono certo che i miei nuovi compagni di squadra faranno di tutto per smentirmi.


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