8^ Maratonina dei Fenici (27 Maggio 2017)

Correre a Pula ha sempre un sapore un po’ particolare. Da qualche anno tra le sue strade si snoda la Maratonina dei Fenici, una mezza maratona abbinata a una 14k dal nome evocativo: sul promontorio di capo di Pula, a Nora, sorgono i resti di un'antica città fondata dai fenici, con tutta probabilità il primo e più importante centro sull’ isola. E spesso, mentre metto un piede davanti all’altro, la suggestione mi arriva.
Poi Pula nel mio calendario di gare e’ un po' il mio solstizio d’estate: prima gara serale della stagione (il che richiede qualche accorgimento, soprattutto nell’alimentazione), primo banco di prova con temperature elevate e primi test con cardiofrequenzimetro. Sul piano personale e’ anche il tracciato su cui ho fatto il mio peggior tempo in mezza, superando di poco 1h30’, dopo essere arrivato distrutto e trascinato al traguardo, quindi ogni volta correre qui sa  un po’ di rivincita. E a me le rivincite divertono molto.
Il percorso della Maratonina non e’ lineare, ci sono piccole salite che logorano lentamente le gambe e che non vanno sottovalutate, ma il vantaggio e’ che si ripete tre volte e anche se non lo si e' studiato in anticipo riesce più semplice gestire le energie.
L'idea iniziale e' di partire intorno ai 3,50 Min/Km perché il caldo si fa ormai sentire e in più non so che passo ho nelle gambe dato che è da dicembre che non gareggio su questa distanza. Poi l’effetto amarcord di All The Small Thinks dei Blink 182 (una delle band che ha fatto da sfondo ai miei esami universitari!) che escono dalle casse sotto il gonfiabile fa andare le cose un po’ diversamente. Dopo 100 metri dallo sparo vengo superato da tutti i lati e contagiato dalla frenesia generale, quindi accelero e mi porto a 3,35 Min/Km. Ogni tanto rinsavisco e controllo il gps per monitorare le pulsazioni, che rimangono sotto 170 bpm, ed essere sicuro di non strafare. Davanti a me il gruppo di testa è costituito da una ventina di ragazzi ma non so bene quanti faranno la 14 Km e quanti la mezza, quindi non prendo riferimenti. Poi dopo circa 2,5 Km si vede il mare e la Torre di Coltellazzo, che svetta sull’acropoli di Nora e che per lungo tempo ha avuto il compito di difendere le insenature e le peschiere da assalti corsari. Sono ancora fresco fresco, almeno abbastanza da fare un augurio a una coppia di neo sposi impegnati nelle foto. E poi correre vedendo la spiaggia è il mio doping, sa di libertà, di ossigeno, di gioco infantile.

Poco prima del terzo chilometro c'è la prima salitina. Sembra facile, ma al terzo giro la maledirò. All'apice c'è il rifornimento, prendo due bicchieri d'acqua, uno per bagnare la folta chioma e uno per bagnarmi appena le labbra. Questo è il solo giro in cui corro a fianco a un compagno,  Giordano, della squadra di Calcaterra. Vedere la sua canotta mi ricorda che mentre io “sgambetto" per 21 Km, altri amici tra Firenze a Faenza  dovranno correre per i 100 Km del Passatore
Per i primi sette chilometri rimago sotto i 3,40 Min/Km poi, una volta iniziato il secondo giro il mio compagno di viaggio mi stacca, e io continuo costante il mio. Alla fine del secondo provo ad accelerare ma appena aumento il passo sento un fastidio mai provato: mi tira la zona sotto il costato destro. Rallento, mi porto intorno a 3,45 Min/Km e capisco che a questo passo recuperare posizioni è ormai impossibile. La corsa oltre alle gambe mi ha allenato anche ad essere paziente e saper ripetere che corpo il tempo per riprendersi, così al diciottesimo chilometro riesco con calma a tornare sotto i 3,40 Min/Km. La frequenza è bassa, respiro bene e le gambe sono reattive. Improvvisamente il fastidio si manifesta pero' più chiaro e per fermare il dolore al fianco destro ricorro al trucco del dito premuto sotto il costato. Continuo sopra 3,50 Min/Km e solo dopo l'ultima salita, che stavolta mi sembra cima Coppi, torno a 3,45 grazie alle incitazioni di amici e tifosi. Taglio il traguardo ottavo assoluto,  in 1.18.16 , oltre un min in più dal mio PB ma molto soddisfatto. E poi con la testa sto già pensando alla festa che mi aspetta. 
Grazie a chi ha corso con me, a chi mi e’ venuto a salutare, a chi mi ha regalato un sorriso da lontano e a chi ho potuto incrociare solo distrattamente. Che ormai sull’Isola virtuale siamo sempre di più e vedersi dal vivo e’ davvero emozionante. Chiedo scusa a chi magari mi e’ sfuggito, cosa che se sono impegnato a mangiare (tipo) mi capita di frequente. Ma ci sto lavorando su.

PhotoCredits @ www.sardegnaturismo.it

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